Chi ha paura delle riforme? Disegnare il lungo periodo

"Nel lungo periodo - diceva Keynes - saremo tutti morti”. Quanto alle generazioni future, ha aggiunto Woody Allen, “che cosa mai hanno fatto loro per noi?”

Lo sviluppo economico e sociale di un Paese dipende, però, in primo luogo da interventi e da riforme che guardino al lungo periodo, in un’ottica di sostenibilità. Nonostante la loro importanza, questi intenti riformatori sono spesso soffocati dalla necessità di presentare agli elettori risultati tangibili nell’immediato, i cui costi di lungo periodo, incerti, sono spesso addebitati alle generazioni future.

Sistema pensionistico, accumulazione del debito, tassazione e mercato lavoro sono alcuni dei campi nei quali si assiste a una forte domanda di politiche poco lungimiranti, da parte degli cittadini stessi. Allora come può diventare possibile, per la classe politica, abbandonare il “presentismo” e cominciare a disegnare il lungo periodo? E’ questo il tema dell’appuntamento intitolato “Chi ha paura delle riforme. Disegnare il lungo periodo”. L’iniziativa rappresenta un’occasione per riflettere su che cosa renda una riforma una buona riforma e su come sia possibile incentivare quei provvedimenti che portano stabilità e benefici nel lungo periodo ed è promossa da CEST – Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari con Associazione degli Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna.  

Il seminario prende le mosse dal volume di Elsa Fornero, pubblicato da Università Bocconi Editore. Accanto all’ex ministro del Lavoro, partecipanoMaurizio Ferrera, professore ordinario di Scienze politiche e sociali all’Università di Milano ed editorialista del Corriere della Sera, e David Natali, professore ordinario di Scienza politica alla Scuola Superiore Sant’Anna. Il dibattito è moderato da Ivan Lagrosa, studente dell’Università Bocconi e membro del CEST.